venerdì 4 febbraio 2011

Elogio della follia.

Non se ne parla. Per me potete fiatar quanto volete. Ne son ormai risoluto. Di cosa vi preoccupate? Un peso in meno, mica un fuscello, sebben metafisico che fosse. Son votato alla follia. Fin da quando giacevo in fasce. Sin da quando sbattevo di testa sugli ostacoli che non vedevo. Può rallegrarvi, questo sì. Ve ne duole? Me ne duole. Per me, però. Mica per voi, che nel vostro liquido amniotico ci sguazzate allegramente dall'infanzia. Infante pensante mi chiedevo a cosa ambiste, dove miraste. Che sbattimento, per un vassoio di paste! Ed io, che ho sempre preferito il salato, che per le mie voglie sarei disposto anche alle doglie, son costretto alla vostra preziosa millefoglie. Vaneggio? E se invece passeggio per boschi, tra pensieri, i più foschi, tendendovi una sorte che neanche per quella degli oschi! Dannata sonnolenza, mi spinge a baciar questa rima con impudenza. Non ci son notizie fra queste sporcizie, o forse una sì, che giunse stasera tra certe patrizie. La pazzia mi aspetta, con l'accetta farò razzia.

mercoledì 2 febbraio 2011

The Tipping Point

Il punto. Teoricamente un concetto primitivo. Ne siamo sicuri? Anche perché già un punto da solo vuol dire tanto. Chiude tutto. Ti par poco? A me no. Per niente. Che poi prova a metter un punto accanto al niente e ti par niente tutto il resto. Ti par niente? Si, in effetti si. Sfrontato! Si, esatto. No, per niente! Ancora? Allora non ci siam capiti. Veramente, fino ad ora, par proprio nulla. Oddio no, adesso non cogliamo pure il nulla sennò si apre il tutto di quell’altro mondo che invece vorrei tener fuori da queste righe (e anche questo sembra facile, come si fa a mettere il tutto rinchiuso fra poche righe?). Dicevamo che c’era un punto, solo. E invece no. Ce ne son due. E qui la storia cambia. Prova a metterli uno sull’altro questi punti e vedi cosa apri! L’infinito. E invece no, dividi, dice lei. E allora li metto uno accanto all’altro, così evitiamo anche possibile progenie. Cavolo, cambiando la prospettiva, però, cambia anche il punto. Di vista, lo conoscevo. Ed eccoci ora con tre punti. Dannazione, dannazione. Se tra due punti una soluzione, retta o meno che fosse, si sarebbe sempre potuta trovare, adesso non più. Tre punti, tutti in fila, son pur sempre più di due e infilarli in maniera diritta, che sarebbe un sacrosanto diritto, è cosa non per gente comune. C’è chi dice che si possa arrivare addirittura a sette. No, sette no, mica basta mica più un colpo! Il minimo indispensabile non basta più a nessuno. Nessuno . . . Silenzio.