venerdì 4 febbraio 2011

Elogio della follia.

Non se ne parla. Per me potete fiatar quanto volete. Ne son ormai risoluto. Di cosa vi preoccupate? Un peso in meno, mica un fuscello, sebben metafisico che fosse. Son votato alla follia. Fin da quando giacevo in fasce. Sin da quando sbattevo di testa sugli ostacoli che non vedevo. Può rallegrarvi, questo sì. Ve ne duole? Me ne duole. Per me, però. Mica per voi, che nel vostro liquido amniotico ci sguazzate allegramente dall'infanzia. Infante pensante mi chiedevo a cosa ambiste, dove miraste. Che sbattimento, per un vassoio di paste! Ed io, che ho sempre preferito il salato, che per le mie voglie sarei disposto anche alle doglie, son costretto alla vostra preziosa millefoglie. Vaneggio? E se invece passeggio per boschi, tra pensieri, i più foschi, tendendovi una sorte che neanche per quella degli oschi! Dannata sonnolenza, mi spinge a baciar questa rima con impudenza. Non ci son notizie fra queste sporcizie, o forse una sì, che giunse stasera tra certe patrizie. La pazzia mi aspetta, con l'accetta farò razzia.

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